L’estate in cui imparai a raccontare storie

L’anno in cui imparai a raccontare storie / Lauren Wolk. Salani, 2018

Ogni giorno per andare  a scuola scendevo con i miei fratelli a Wolf Hollow e poi risalivo il sentiero per tornare a casa. Ed è lì che una ragazza più grande di me di nome Betty, grossa e forte, aveva detto che mi avrebbe aspettato dopo la scuola

 

L’autrice, Lauren Wolk, dosa alla perfezione suspense, colpi di scena e momenti di grandissima umanità. La protagonista è Annabelle (11 anni ma sta per compierne 12) che racconta in prima persona quello che successe nel 1943 quando la sua vita, “fino  a quel momento stabile, prese a girare come una trottola non soltanto perché la guerra aveva trascinato il mondo intero in una violenta rissa, ma anche per via della ragazza dal cuore malvagio che arrivò sulle colline, cambiando tutto.” 

In questo romanzo incontrerete la crudele Betty (nuova compagna di classe di Annabelle), la dolce Ruth, la grande famiglia di Annabella (con tante figure tratteggiate in modo splendido) e Toby, una delle figure principali sui cui “gira” parte della narrazione. “…c’erano quelli che erano tornati dalla Prima guerra mondiale così scossi e ammutoliti da non sapere più chi fossero né quale fosse il loro posto. Uno di questi, un uomo di nome Toby, invece era rimasto. Lui era diverso dagli altri…girava continuamente per le colline e confesso che all’inizio la sua presenza mi agitava. Questo però mi accadeva prima di conoscerlo”  

Questa è una storia forte in cui incontriamo i bullismo, il pregiudizio, la menzogna, la tenerezza, la verità, la famiglia (bellissima quella di Annabelle), temi attualissimi anche se la storia è ambientata agli inizi degli anni Quaranta. Il libro è stato paragonato dalla critica a Il buio oltre la siepe. Lo consiglio ai ragazzi che iniziano le medie “invitandoli ad avere il coraggio di ascoltare la propria coscienza, e a noi adulti, chiedendoci di ritrovare quella voglia di combattere per la giustizia, che troppo spesso rimane una prerogativa della giovinezza, l’età in cui tutti i sentimenti sono così intensi e puri da far male”.

L’anno in cui imparai a raccontare storie è stato tra i finalisti al premio Andersen 2019, per il miglior libro oltre i 12 anni (poi vinto da Ghost, Rizzoli).