La vita prenatale e il primo anno di vita: buone pratiche e libri di qualità.
Nella sua vita prenatale, il bambino è attivo e competente e si mette in collegamento con il mondo esterno attraverso le proprie capacità percettive: al settimo mese di gravidanza l’apparato uditivo del bambino è completo, può sentire il battito cardiaco della mamma, il suono del liquido amniotico, la voce di mamma e anche quella di papà (che deve essere molto vicino alla pancia di mamma e quindi al bambino, per farsi sentire). Ma sono le mamme, soprattutto, che facendo esperienza sensoriale, riescono a mettersi in relazione con il proprio bambino.
All’interno degli incontri ai Consultori, nei corsi di formazione ai bibliotecari, educatori e figure sanitarie, con i genitori metto in evidenza, attraverso semplici esperienze, ciò che il bambino vive/sente e il suo sviluppo prima della nascita.
Così ci riconciliamo anche con il nostro vissuto prenatale.
Esperienze sempre nuove fatte di scoperte ed emozioni.
Poi il bambino, la bambina nasce: un’esperienza speciale! Quando nasce dalla pancia, ma anche dal pensiero (a volte molto molto più lungo di nove mesi), da un viaggio.
E allora continuiamo a nutrire nostro figlio/figlia attraverso la voce, il canto, il movimento, il sorriso come bene ci hanno insegnato i programmi Nati per leggere (che quest’anno compie vent’anni) e Nati per la Musica.
Cosa mostro, cosa leggo per favorire le buone pratiche in famiglia? Effettivamente sull’onda del successo di NpL e NpM si fa un gran parlare dell’importanza dei i libri e della voce sin dai primi mesi di vita (e anche prima) ma sono veramente pochi i libri di qualità che possiamo proporre ai bambini così piccoli. Perché bisogna conoscerli i bambini e le bambine per pubblicare libri che possano usufruire a secondo del loro sviluppo Mi imbatto spesso in libreria in proposte per questa fascia d’età (a volte anche pubblicate da “buone” case editrici) che editano libri di cui sinceramente non ne avremmo bisogno. Mi viene in mente, per fare un esempio recentissime pubblicazioni come Sei tu (editore Panini) e Ciao uccellino! (Gallucci). Libri che, tra l’altro, non sono adatti per l’esplorazione personale del bambino (impossibilità di girare le pagine da solo, parti dure).
Questo vale anche per i genitori e le figure familiari al bambino piccolo che dovrebbero osservarlo maggiormente (come insegna la dottoressa Maria Montessori) e conoscere le tappe del suo sviluppo. Spesso invece proposte “troppo difficili” anticipano le tappe del suo sviluppo compromettendo la formazione delle competenze di base.
La vista è l’ultimo dei cinque sensi che si sviluppa nel bambino ecco perché i LIBRI IN BIANCO E NERO saranno molto apprezzati e i primi che ogni genitore può proporre. Partiamo da quelli di Tana Hoban (mai pubblicati in Italia) che ha lavorato molto sul contrasto tra negativo e positivo. Libri come White on Black o Black on White e il mio preferito Blake & White che si srotola a leporello e si può inserire nella culla del bebè. Non posso non citare Katsumi Komagata che si definisce l’erede di Bruno Munari ed effettivamente guardando i suoi bellissimi lavori non si può che essere d’accordo. Nel diventare padre si è lasciato “ispirare” dalla sua piccola per creare 10 libretti, dal titolo Little Eyes. Qui troviamo il bianco e nero, l’aggiunta di colori, i giochi visivi. Peccato che Little Eyes e gli altri libri dell’autore giapponese non siano stati ancora pubblicati in Italia. Libri per bambini molto piccoli che all’inizio vengono mediati dalla voce del genitore e successivamente, con la crescita, usufruiti autonomamente.
Arriviamo in Italia. La casa editrice Clementoni sta tentando di aprire il mercato delle proposte editoriali sotto i tre anni. Vi segnalo SUL BIANCO E SUL NERO anche se non mi convince totalmente, potete leggere la mia recensione alla pagine de I miei libri preferiti.
Altra tipologia: LIBRI CON LE FACCE (fotografie non disegni). I bambini hanno una sensibilità innata per i volti. Li cercano e desiderano soprattutto quello della mamma.
Io continuo a proporre GUARDA CHE FACCIA (Giunti kids) mentre Facciamo le facce di Gribaudo continua a non convincermi (mio figlio quando glielo lessi disse: ”Mamma ma qui ci sono tutti bambini biondi con gli occhi azzurri”. Non serve nessun altro commento, mi sembra).
Anche l’ultimo pubblicato da Giochi educativi, dal titolo Facce buffe buffissime, a cui do atto di avere scelto fotografie di bambini di varie etnie (forse un po’ grandicelli però) e un bellissimo specchio come sorpresa finale, come del resto quello di Gribaudo, è stato, però, riempito da emoticon di cui non si sentiva proprio l’esigenza.
Anche in questo caso all’estero si trovano libri assai interessanti.
Altra tipologia: LIBRI FOTOGRAFICI da proporre fino ai 18 mesi circa. Il bambino deve ritrovare nei libri ciò che vede in giro per il mondo. A me continuano a piacere quelli pubblicati da Clavis (fotografie e disegno insieme) come CUCU’ SONO QUA! In biblioteca ne trovate tanti altri. Piccoli libricini cartonati pieni di tanti elementi importanti nei libri per i più piccoli: le fotografie, i disegni, come dicevo prima, ma anche l’aletta che si solleva (e sotto chi si nasconde?), la ripetizione, le onomatopee, le rime.
Altra tipologia: LIBRI CON LE FORME BEN CONTORNATE, il bambino ha bisogno dei bordi per definire la forma come, per esempio, in alcuni libri con i buchi di Minedition. Eleganti, puliti, con colori ben definiti e sfondi bianchi, scritti da Yusuke Yonezu, come CERCHI (pubblicato anche con il titolo Buchi)o GNAM! A ME PIACE… (utilissimi anche per la lettura dialogica).
Altra tipologia: LIBRI CON LE ONOMATOPEE. Versi di animali, soprattutt,o che ci possono suggerire alcuni libri con sole immagini o in libri in cui appare il suono vicino all’immagine. Spesso alcuni di questi libri sono più complessi (soprese, semplice storia…) e potranno essere ripresi e riproposti ai bambini i mesi successivi.
Come propongo i libri e quali? Quali le modalità di lettura? Noi adulti dovremmo fare un passo dietro rispetto al libro. Al bambino dovrebbe rimanere il libro e tutto ciò che ci sta dentro non le nostre interpretazioni, teatralizzazioni che vanno benissimo certo, se non lavoro con i genitori. Chi lavora a contatto con i bambini insieme ai loro genitori, fa da modello, dovrebbe essere misurato e far scoprire loro LA LETTURA AFFETTIVA che tutte le mamme e tutti i papà potranno mettere in atto con i più piccoli e la LETTURA DIALOGICA dove il bambino diventa il vero lettore.
Sarebbe interessante “lavorare” con i futuri genitori su queste tematiche. Potremmo iniziare proponendo loro di leggere filastrocche, tiritere, ninnenanne, conte, (magari estrapolate da An ghìn gò, Il castoro) per poi imparare a memoria quelle che maggiormente sono piaciute per essere pronti, quando il bambino nascerà, a ripeterle guardandolo negli occhi (il contatto visivo è fondamentale!). Stimoliamoli a cantare, dopo il settimo mese di gravidanza, una canzona, una ninnananna, che il piccolo riconoscerà alla nascita (magari estrapolata da Ninnenanne e tiritere, Einaudi).
Proponiamo albi illustrati su mamma e papà, sul desiderio di diventare genitori. Libri che possiamo regalare, come ECCOTI QUA! che contiene parole scelte con cura (con un elenco dei doni che l’autrice immagina di fare al piccolo che presto nascerà) e un finale per nulla scontato “Uffa! non sono una fata e non ho la bacchetta magica ma… sei tu che hai tutti questi poteri” perché il bambino nasce già “con tutti I suoi tesori” che si svilupperanno attraverso il nostro continuo amore. Un libro con immagini originali pubblicato da Orecchio acerbo.
E i libri di stoffa? Perché non inserirli da subito, sono morbidi, divertenti, colorati. Prima di tutto, quelli in commercio, sono brutti. I bambini piccolissimi non hanno la manualità fine per girare da soli, agevolmente, le pagine di questi libri. E quelli per il bagnetto? Spigolosi, poco igienici…. è bello per il bambino stare nell’elemento lasciato da poco sperimentando e giocando. Troviamo dei giochi adatti per loro, maneggevoli, divertenti, che stupiscono. I libri di stoffa (come i libri in bianco e nero), potrebbero essere costruiti dai genitori usando tessuti diversi, per esempio.
Per tutti i libri che propongo come genitore al mio bambino/bambina appena nato/a, vale comunque la regola della mediazione, l’uso della voce, la vicinanza, la scoperta. Insieme!
Questo articolo, naturalmente, non vuole essere esaustivo, tante altre riflessioni si potrebbero ancora scrivere. Può essere, credo, uno stimolo per continuare o cominciare a stare con i libri e i bambini in maniera più consapevole sia che si tratti di genitori che di altre figure familiari al bambino, bibliotecari, figure sanitarie, educatrici.