Il nero e il bianco / Debora Vogrig, Pia Valentinis. Orecchio acerbo, 2022
Un bel contrasto visuale e una metafora della pacifica convivenza.
Quando il Bianco si sveglia riempie il cielo e attraversa la finestra, il Nero si rifugia sotto il letto. Inizia così il “gioco” tra il Bianco e il Nero. Inizia con punti di vista diversi poi però i due s’incontrano e insieme scoprono che mischiare le cose può portare a risultati sorprendenti.
Molto interessante questa doppia pagina. Il resto dell’avventura ci riporterà parecchie volte a riguardare quest’immagine (come succede nei libri senza parole, anche se questo non lo è) e qui sta la forza del libro, secondo me. Elementi che possiamo scorgere inanimati, all’improvviso prendono vita: cose, animali.
Il polpo che lascia andare il suo inchiostro.
Dall’inchiostro prende vita il dalmata (di peluche, prima).
“Amici?”. “Amici!”
Ecco che i due entrano nella foresta.
E, sempre insieme, viaggiano…
…e galoppano nella savana.
Non vogliono più smettere
di giocare: “Ancora una partita!”
“Ancora una canzone”… Buonanotte!
Trovo questo libro adatto ad una larga fascia d’età: ai più piccoli per assaporare la storia, ma anche per i più grandi che, stimolati, potrebbero essere coinvolti ad “allargare” la storia, allungarla, raccontare ciò che vedono tra gli spazi vuoti, arrivare a pensieri “che lasciano l’adulto a bocca aperta”, come spesso accade. Fino ai ragazzini di prima media, quando, in educazione artistica riprendono il bianco e il nero, le silhouette. Che spasso con questo libro.
Insomma da leggere, da guardare, da raccontare, da farsi raccontare, per giocare con la fantasia e l’immaginazione. Che ricchezza!
E se vogliamo aggiungere l’ultimo pensiero, che sono sicura piacerà molto alle insegnanti che stanno leggendo, un bel contrasto visuale e una metafora della pacifica convivenza.