Qualcosa che c’entra con la felicità

Qualcosa che c’entra con la felicità / Cristina Petit, Samuel Jessurun de Mesquita. Pulce, 2021

 

 

Il progresso deve avere a che fare anche con la felicità degli animali, perché io sono certo che provino qualcosa. Proprio come noi bambini.

 

Questo libro mi ha sorpresa. L’ho incontrato per caso. Stavo scegliendo alcuni libri per un’attività di promozione alla lettura, curiosavo tra gli scaffali nella nuova sede della biblioteca di Mazzano (se ci passate vale la pena entravi) ed ecco che vedo un  muso di orango sulla copertina di Qualcosa che c’entra con la felicità. Scopro che è stato pubblicato dalla casa editrice Pulce nel 2021: non l’avevo mai incontrato. Controllo  sull’Opac della Provincia di Brescia e vedo che è presente in solo tre biblioteche!!!
Mi chiedo come sia possibile che un libro così “pieno di cose” (non trovo altre parole) non abbia avuto la possibilità di farsi conoscere. E allora inizio ad elencarne qualcuna:
-la raffinata veste grafica: i risguardi di copertina con motivi geometrici in bianco e nero, colori predominanti all’interno di tutto l’albo illustrato, alcune note di colore (già presenti sulla copertina), le dimensioni diverse dei caratteri tipografici;

-il protagonista “un bambino molto sensibile” che frequenta lo zoo e conosce gli animali più di chiunque altro. “Forse dicono che sono sensibile perché ho sempre le mani piene di fiori. Sbucano dai marciapiedi e io li raccolgo perché sembra che ne abbiano bisogno. Non posso dar loro un prato ma un vaso sì”.

-la descrizione del progresso “Dicono che finalmente l’umanità è sempre più civile perché sa produrre le cose che ci fanno felici” (la storia è ambientata nel secolo scorso);
-gli animali rinchiusi in uno zoo a cui sta a noi dare un nome. Le loro azioni, le loro emozioni  ma soprattutto la loro voglia di libertà “La mia vera amica (racconta il bambino) è lei. E’ molto vecchia, si ricorda tutto, E’ stata una delle prime ad arrivare. Dice che la giungla è piena di foglie  che sono piene di gocce che profumano d’aria. Profumo di aria+foglia=l’odore di casa sua che non è qui. Qui sente solo la puzza di fumo che fa il progresso”;

-le tavole di Samuel Jessurun de Mesquita (morto ad Auschwitz nel 1945, maestro di Escher). Scrive l’autrice nelle ultime due pagine (di grande intensità, dove viene raccontata parte della vita del pittore olandese) “Ho incontrato le tavole di  Samuel… e mi hanno subito chiamato a scrivere questa storia. Come in un mazzo di carte incantato le sue immagini si distribuivano da sole in sequenza e io di fianco mi sono ritrovata a mettere in fila delle parole…”;

-le figure dei grandi che non capiscono “Signore, lei pensa che gli animali siano felici qui? -Che domande mi fa?. Loro sono animali, non provano niente, non sono mica come le persone!”.

E poi molto, molto di più. Che ricchezza questo libro.
Un inno a chi è sensibile e fragile e si prende cura di tutto quello che lo circonda.
Un libro che ha tanti livelli di “letture” che si può proporre ai bambini e bambine della Scuola primaria ma anche anche ai ragazzi e ragazze. E a noi adulti. Da scoprire!